Il mio percorso spirituale: dal dolore alla trasformazione interiore.
Ad un certo punto ho capito che ci sono cose che non si possono spiegare o capire fino in fondo.
Quando ho iniziato il percorso spirituale non avevo idea di cosa mi aspettasse. L'unica cosa che percepivo era che l'incontro con una guida spirituale, avrebbe potuto aprirmi nuove strade. Non avevo niente da perdere, così, quando mia cugina un giorno mi disse: "voglio presentarti una persona che secondo me potrebbe aiutarti", accettai di incontrarla.
Ricordo vagamente il nostro incontro: in un bar, lei, una donna alta, grande, con capelli ricci rossi, unghie lunghe e quasi sempre sigaretta in mano. Non ricordo cosa ci dicemmo, ma ricordo che mi diede buone sensazioni, e forse quello mi bastò per affidarmi a lei.
Io non ero in grado di uscire da quel dolore da sola e affidarmi a qualcuno mi sembrò l'atto d'amore più potente verso me stessa.
La scoperta dell'energia interiore e del potenziale nascosto
Così iniziò il mio viaggio alla scoperta di un mondo invisibile, fatto di energia e potenziale.
Questa scoperta segnò l'inizio di una nuova vita. Mi dedicai a quel mondo fatto di energia, restando presente e attenta, e soprattutto aperta. Avevo un trascorso di persona depressa, con pensieri negativi e distruttivi: se c'era una sola possibilità di vivere da una prospettiva completamente diversa, avrei fatto di tutto per coglierla, anche rimanere fiduciosa.
Il cammino stesso divenne la mia vita. Percepire un potenziale dentro di me, a cui potevo rimanere connessa costantemente grazie alla pratica, fu il mio nutrimento. Con il tempo, la costanza e la pratica, iniziai a capire la differenza tra la voce dei pensieri e la voce dell'anima.
Spiritualità e conoscenza di sé: imparare ad ascoltare
Probabilmente all'inizio fu una delle cose più difficili, e forse tutt'ora è un interrogativo che accomuna molte persone che si avvicinano alla spiritualità e la conoscenza di sé. Quello che posso dire è che, quando ti impegni ad essere presente, qualcosa dentro di te accade, a prescindere che tu ne sia immediatamente consapevole o meno.
Il coaching spirituale, almeno per me, è stato fondamentale. Il modo in cui la mia coach si rapportava a me, le parole che usava, i suoi silenzi, il suo darmi spazio e accettazione, mi rendevano capace di esprimermi in maniera completamente diversa. Notavo che d'impulso rispondevo in certo modo alle sue domande, forse nell'unica modalità che conoscevo sino a quel momento; e un attimo dopo, attraverso la sua guida, vedevo quella stessa cosa da una prospettiva completamente diversa.
Fu illuminante, soprattutto una vera palestra di crescita personale spirituale.
Meditazione e pratica quotidiana spirituale
E' un po' lo stesso discorso della meditazione. Spesso incontro persone che si demoralizzano quando, durante la pratica, la loro mente vaga tra i pensieri, considerandola una sconfitta, perché per loro meditare significa non avere alcun pensiero.
Io rispondo sempre che questo invece è un dono, perché ci allena a riconoscere la voce della mente e sviluppa qualità come accoglienza, consapevolezza di sé, accettazione e lasciare andare.
Questa è l'unica cosa che siamo chiamati a fare quando, durante una meditazione affiora il pensiero delle bollette da pagare: accoglierlo, accettare che sia emerso e lasciarlo andare con gentilezza, riportando l'attenzione al respiro.
Non possiamo smettere di pensare, ma possiamo smettere di identificarci con i pensieri. E forse questo è un atto ancora più potente del non pensare affatto.
Il potere del coaching spirituale nella trasformazione interiore
Questo per dirvi che il coaching spirituale mi ha allenata prima di tutto ad entrare in contatto con una parte di me più profonda e, di riflesso, anche a capire come funziona la mente.
E' stato uno strumento fondamentale per ritrovare equilibrio tra mente e spirito, trasformando il dolore in un cammino di benessere interiore e trasformazione personale.