Ascoltare il dolore invece di combatterlo: la mia svolta interiore.
Quando sono sprofondata nella depressione ero molto giovane, avevo sedici anni. Con il passare degli anni, i ricordi si sono frammentati, difficilmente ripenso a quel periodo.
Se, però, torno indietro con la memoria, ricordo una sensazione che, nelle lettere scritte sul mio diario, descrivevo sempre allo stesso modo: “Ho la sensazione di essere posseduta da qualcosa".
Sentivo dentro un dolore costante che non mi abbandonava mai; potevo percepirlo sotto la pelle, scorrermi nelle vene, abitare la mia testa. Mi sentivo costantemente in pericolo, era come se non fossi più padrona di nulla. Ho creduto fosse pazzia, perché non riuscivo davvero a capire cosa mi stesse succedendo.
Ho provato a combatterlo. Ma come si combatte il dolore?
L'ho rifiutato, mi sono disperata e ho pianto lacrime infinite, forse credendo che avrebbe provato pena per me. Mi sono arrabbiata e gli ho urlato contro, credendo di potergli fare paura. Ho cercato aiuto negli altri quando mi sentivo senza speranza, ho desiderato la morte come atto di liberazione. Nulla di tutto questo ha migliorato la situazione, anzi.
Le cose sono cambiate quando mi sono arresa, quando ho smesso di combattere quel malessere. In quella resa, però, il mio desiderio di vivere una vita serena non si è spento.
Ho iniziato a restare dentro quelle sensazioni che fino al giorno prima mi avevano terrorizzato, senza fuggire, giudicarle, dare loro un nome: solo restavo.
Ero arrivata ad un punto in cui sentivo di non aver più paura di nulla. Quando giungi a desiderare la morte, una parte di te, in un certo senso, inizia a sentirsi invincibile, perché in fondo pensi di non aver nulla da perdere.
Questo mi ha dato il coraggio di sedermi accanto al mio "demone" e in quel momento ho avuto la sensazione che lui stesse solo aspettando quel momento lì.
Siamo rimasti uno accanto all'altro, vicini, e in quello spazio, prima riempito dalla mia rabbia, dalle mie grida e dalla mia disperazione, è stata la sua voce ciò che ho udito.